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Google prepara la guerra al malware con CAMP, l’arma segreta di Chrome

Laura Ceridono

Laura Ceridono

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Un potente e rivoluzionario antivirus dentro Google Chrome? Questo il progetto alla base di CAMP, un anti-malware che vanta il 99% di precisione nell’identificazione dei malware e capace di effettuare un’analisi completa in 130 millesimi di secondo. Numeri impressionanti.

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CAMP (Content-Agnostic Malware Protection) è il progetto di Google che dichiara guerra ai malware. E che potrebbe far impensierire parecchio i produttori di antivirus….

E se si impensieriscono fanno bene, visto che CAMP sostiene di essere più efficiente degli antivirus e dei diversi servizi di protezione web, come McAfee’s Site Advisor e Symantec’s SafeWeb.
Il progetto nasce con l’obiettivo di colmare le lacune degli antivirus classici, e rendere Chrome ancora più potente e sicuro.

L’idea alla base di CAMP è quella di analizzare, durante la navigazione, i file scaricati e quelli in esecuzione. L’analisi si basa sulla reputazione dei distributori di contenuti. Quando trova un file che potrebbe essere un virus, il browser mostra un messaggio che invita a distruggere il file.

Il sistema di reputazione usato da CAMP per il rilevamento di malware si basa sui metadati del file, analizzando fattori come la provenienza dell’eseguibile e il modo in cui è stato raggiunto dall’utente.  A differenza dei normali antivirus non ha quindi bisogno di controllare il contenuto del file eseguibile ed è molto più veloce ed efficace nell’identificare malware.

CAMP non è ancora stato presentato ufficialmente ma è già consultabile online il PDF con i risultati della ricerca, svolta da un team di ingegneri e ricercatori di Google.

Non è ancora noto quando CAMP sarà reso disponibile. È probabile che ci sarà prima una versione Windows e poi una per Android. Integrato dentro Chrome, i ricercatori hanno dichiarato che in futuro renderanno disponibile CAMP anche per gli altri browser.

Certamente, AVG, Kaspersky, Symantec e compagnia non saranno felici della notizia.

Speriamo che ad essere veramente tristi siano, alla fine, solo i cyber-criminali.

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